I Giochi del Mese : Maggio 2020
Ormai è tradizione che l'ultimo giorno del mese, mi metta a scrivere un post per trarre le conclusioni su quanto giocato nel corso di quest'ultimo.
Vi invito caldamente a leggere le parole che seguiranno con questo sottofondo musicale.. enjoy!
Questo mese ha visto protagonisti diversi giochi che ho avuto modo di iniziare e portare a termine, nel mio canale Twitch .
Tra questi volevo citare Castlevania: Symphony of The Night, il migliore dei Castlevania che abbia mai affrontato sulla piattaforma e che abbia mai giocato in vita mia.
Nel giro di una decina di ore, ho avuto modo di esplorare il castello di Dracula, sia nella sua forma normale che in quella invertita.
Nel giro di una decina di ore, ho avuto modo di esplorare il castello di Dracula, sia nella sua forma normale che in quella invertita.
Concepire un level design del genere e farlo funzionare alla perfezione in entrambi i modi è un qualcosa
che non ricordo di aver mai più visto in un videogioco. In questo momento, sto proprio lavorando alla serie apposita del titolo, che mi ha lasciato bellissimi ricordi e grandi soddisfazioni.
Ne approfitto anche per dire che no, non sono riuscito a portare a termine il primo Deus Ex cui conto di dedicarmici per il mese di Giugno, visto che sono comunque a metà.
Se dovessi sintetizzare al meglio l'esperienza che ho avuto modo di vivere fin'ora direi che questo titolo è avanti di decenni anche per teorie e complotti puramente fantascientifici ma è davvero invecchiato terribilmente male.
Era un periodo in cui i giochi in prima persona si stavano reinventando dopo l'ondata dei Doom Clone, quindi ci sta anche proporre uno stile che si discosti totalmente da quel genere li, ma quando mi metti la ricarica con il tasto "è" o la torcia con F12 significa che c'è già il preconcetto del non riuscire a terminare quel titolo.
Tralasciando poi l'illuminazione (non si vede una ceppa ragazzi) questo gioco è diventato il mio nuovo incubo.
Tralasciando poi l'illuminazione (non si vede una ceppa ragazzi) questo gioco è diventato il mio nuovo incubo.
Ovviamente non vorrei che pensaste male, Deus Ex lo sto apprezzando moltissimo per quanto concerne narrazione ed alcune scelte di Gameplay, ma per altri versi è difficile da mandare giù.
Un po' come mangiare la pizza con forchetta e coltello invece che con le mani(ok questo forse non c'entrava molto ma sticazzi).
Un po' come mangiare la pizza con forchetta e coltello invece che con le mani
Ma parliamo dei giochi che ho avuto modo di giocare privatamente, ovvero senza troppe pause e vissute al di fuori della piattaforma di streaming più famosa al mondo.
Beh tralasciando le mie quotidiane sessioni su Yu-Gi-Oh Duel Links, ho finito Minecraft per la prima volta in vita mia.
Devo ammettere che la cosa bella di Minecraft è la sua longevità quindi anche arrivare all'Ender Dragon ed assistere ai titoli di coda non è che mi abbia coinvolto emotivamente più di tanto.
In compenso, la cosa realmente emozionante è stato vivere queste ed altre esplorazioni in compagnia degli amici.
Beh tralasciando le mie quotidiane sessioni su Yu-Gi-Oh Duel Links, ho finito Minecraft per la prima volta in vita mia.
Devo ammettere che la cosa bella di Minecraft è la sua longevità quindi anche arrivare all'Ender Dragon ed assistere ai titoli di coda non è che mi abbia coinvolto emotivamente più di tanto.
In compenso, la cosa realmente emozionante è stato vivere queste ed altre esplorazioni in compagnia degli amici.
In questi mesi credo proprio che Minecraft sia stato importante anche per vivere al meglio una quarantena che sembrava non finire mai e che pian piano si sta attenuando sempre più.
Sempre con amici, ho portato a termine un metroidvania particolarmente breve ma molto innovativo per certe meccaniche.
Si chiama XeoDrifter ed è uno di quei classici titoli a cui daresti 1€.
Tralasciando il prezzo irrilevante, il gioco vede protagonista un astronauta che è rimasto bloccato nello spazio a seguito di un incidente con la sua navicella.
L'obiettivo del gioco è quello di visitare i quattro pianeti che compongono l'avventura per raggiungere il boss finale e recuperare il prezioso congegno.
Detto così sembra che il titolo non offra chissà quale spunto innovativo.
Questo perché la vera innovazione di XeoDrifter, risiede nel gameplay.
Infatti, man mano che sconfiggeremo i vari boss che compongono i pianeti, avremo a disposizione diverse abilità che ci saranno utili per visitare luoghi di mappa che prima erano irraggiungibili o per completare al 100% un pianeta, raccogliendo punti vita e punti abilità da impostare all'arma.
La cosa davvero interessante risiede proprio in questi skill Points, che sarà possibile modificare in qualsiasi momento, cambiando totalmente lo shooting della nostra arma.
Perché di armi a disposizione ne avremo soltanto una, ma grazie ai punti abilità potremmo deciderne la cadenza di tiro, l'ondulazione, il rimbalzo del colpi o molto più semplicemente il danno e la potenza del colpo.
Non avete idea quanto ci siamo divertiti a modificare i punti abilità nel trovare la combinazione ideale per vincere ogni scontro.
Piccola nota negativa per le bossfight, che sono sempre le stesse e variano leggermente per un paio di mosse.
Nota positiva per le abilità del protagonista che gli consentono di sfruttare la prospettiva per evitare ostacoli o muoversi all'interno della mappa con più agilità.
Considerando la sua longevità di circa 3 ore, Xeodrifter mi ha proprio lasciato un bel ricordo anche per quanto concerne lo stile estetico ed il comparto audio, con sountrack molto ispirate.
L'obiettivo del gioco è quello di visitare i quattro pianeti che compongono l'avventura per raggiungere il boss finale e recuperare il prezioso congegno.
Detto così sembra che il titolo non offra chissà quale spunto innovativo.
Questo perché la vera innovazione di XeoDrifter, risiede nel gameplay.
Infatti, man mano che sconfiggeremo i vari boss che compongono i pianeti, avremo a disposizione diverse abilità che ci saranno utili per visitare luoghi di mappa che prima erano irraggiungibili o per completare al 100% un pianeta, raccogliendo punti vita e punti abilità da impostare all'arma.
La cosa davvero interessante risiede proprio in questi skill Points, che sarà possibile modificare in qualsiasi momento, cambiando totalmente lo shooting della nostra arma.
Perché di armi a disposizione ne avremo soltanto una, ma grazie ai punti abilità potremmo deciderne la cadenza di tiro, l'ondulazione, il rimbalzo del colpi o molto più semplicemente il danno e la potenza del colpo.
Non avete idea quanto ci siamo divertiti a modificare i punti abilità nel trovare la combinazione ideale per vincere ogni scontro.
Piccola nota negativa per le bossfight, che sono sempre le stesse e variano leggermente per un paio di mosse.
Nota positiva per le abilità del protagonista che gli consentono di sfruttare la prospettiva per evitare ostacoli o muoversi all'interno della mappa con più agilità.
Considerando la sua longevità di circa 3 ore, Xeodrifter mi ha proprio lasciato un bel ricordo anche per quanto concerne lo stile estetico ed il comparto audio, con sountrack molto ispirate.

Ci restano ancora parecchi giochi, ma era da molto che volevo scrivere su questo blog.
Come molti di voi sapranno, non ci sono stati chissà quali grandi cambiamenti (salvo il logo ed il nome).
Pertanto, una volta che terminerò le riflessioni del Witcher, vi prometto che anche i post si discosteranno parecchio da diari di bordo o altro.
Saranno più considerazioni su uno o più aspetti che mi piacerebbe trattare o un'esperienza di un titolo che sto giocando in questi giorni e così via...
Siate fiduciosi, di idee ce ne sono parecchie ma le risorse ed i tempi che ho a disposizione non sono dei migliori.
Come molti di voi sapranno, non ci sono stati chissà quali grandi cambiamenti (salvo il logo ed il nome).
Pertanto, una volta che terminerò le riflessioni del Witcher, vi prometto che anche i post si discosteranno parecchio da diari di bordo o altro.
Saranno più considerazioni su uno o più aspetti che mi piacerebbe trattare o un'esperienza di un titolo che sto giocando in questi giorni e così via...
Siate fiduciosi, di idee ce ne sono parecchie ma le risorse ed i tempi che ho a disposizione non sono dei migliori.
Fatta questa premessa parliamo di Distraint 1 e 2.
Onestamente considerarli a se stanti sarebbe da stupidi, visto che potremmo considerarli come un unico grande titolo.
La cosa che mi ha più colpito di Distraint è stato il fatto che l'ho considerato sin da subito come un gioco appartenente al genere Horror.
Ma tralasciando qualche momento splatter e qualche piccolo Jumpscare, si tratta di uno di quei giochi Horror che hanno come tema principale l'introspezione psicologica del protagonista.
Infatti, le visioni di Price altro non sono che proiezioni mentali delle sue angosce e delle sue paure, dettate in prima istanza da quella che è la sua professione.
Price sta cercando in tutti i modi di migliorare la propria condizione economica e per farlo ha da poco intrapreso l'impiego di una sorta di agente immobiliare atto a pignorare le case dei poveri malcapitati che per un motivo o per un altro, non possono più permettersi l'immobile.
Il primo Distraint serviva a creare tutta una serie di vicende (che non vi starò a raccontare per evitare spoiler) allo scopo di scavare nell'animo del protagonista per analizzarne i suoi rimpianti, le sue scelte ed il suo essere continuamente combattuto tra la sua professione e quel che resta della sua umanità.
Per certi versi mi ha ricordato un po' il film L'Avvocato del Diavolo, dove man mano che Kevin Lomax vinceva una causa, viveva sempre più in un ambiente lussureggiante ed a stretto contatto con i capi.
Allo stesso modo Price fa di tutto per migliorare la sua condizione economica e per far si che i tre capi dello studio dove lavora, possano accoglierlo nella band (giocatelo e capirete).
Ma non tutto va secondo i piani e Price è costretto a compiere un gesto davvero estremo.
Da questo gesto viene partorito Distraint 2, un seguito che è nettamente superiore al precedente sotto tutti i punti di vista.
Se nel primo capitolo avevamo visto un gameplay abbastanza ridondante per quanto concerne il genere a cui fa riferimento, qui vedremo molti più momenti disturbanti ed in grado di coinvolgere il giocatore senza effettuare troppe azioni tipiche di un'avventura Punta e Clicca.
Distraint 2 mi ha colpito per il sistema di personaggi che compongono un'avventura dalla durata di poco più di due ore.
Ci saranno molti richiami al primo gioco e continui riferimenti alle scelte che hanno interessato Price, ma quel che conta è il messaggio di fondo che l'opera vuole trasmettere.
Un messaggio di speranza, di dimostrazione del fatto che non siamo soli e che anche quando ogni speranza viene meno, anche quando finiamo per vedere il grigio ed il marcio nelle persone e nella società che ci circonda, non dobbiamo arrenderci e lasciare che i sensi di colpa prendano il sopravvento.
Perché basta un singolo attimo, per stravolgere completamente la tua vita che non hai il diritto di prevedere.
Morale della favola: La speranza è l'ultima a morire.
Per certi versi mi ha ricordato un po' il film L'Avvocato del Diavolo, dove man mano che Kevin Lomax vinceva una causa, viveva sempre più in un ambiente lussureggiante ed a stretto contatto con i capi.
Allo stesso modo Price fa di tutto per migliorare la sua condizione economica e per far si che i tre capi dello studio dove lavora, possano accoglierlo nella band (giocatelo e capirete).
Ma non tutto va secondo i piani e Price è costretto a compiere un gesto davvero estremo.
Da questo gesto viene partorito Distraint 2, un seguito che è nettamente superiore al precedente sotto tutti i punti di vista.
Se nel primo capitolo avevamo visto un gameplay abbastanza ridondante per quanto concerne il genere a cui fa riferimento, qui vedremo molti più momenti disturbanti ed in grado di coinvolgere il giocatore senza effettuare troppe azioni tipiche di un'avventura Punta e Clicca.
Distraint 2 mi ha colpito per il sistema di personaggi che compongono un'avventura dalla durata di poco più di due ore.
Ci saranno molti richiami al primo gioco e continui riferimenti alle scelte che hanno interessato Price, ma quel che conta è il messaggio di fondo che l'opera vuole trasmettere.
Un messaggio di speranza, di dimostrazione del fatto che non siamo soli e che anche quando ogni speranza viene meno, anche quando finiamo per vedere il grigio ed il marcio nelle persone e nella società che ci circonda, non dobbiamo arrenderci e lasciare che i sensi di colpa prendano il sopravvento.
Perché basta un singolo attimo, per stravolgere completamente la tua vita che non hai il diritto di prevedere.
Morale della favola: La speranza è l'ultima a morire.
Tralasciando Distraint e Distraint 2 che consiglio a tutti coloro che vogliano vivere quelle 4-5 ore da soli a riflettere sulla vita e non solo, ho anche avuto modo di riprendere un titolo di matrice Cyberpunk.
Sto parlando di State of Mind.
Non vi mentirò, purtroppo non sono riuscito ad apprezzarlo appieno per via del mio computer alquanto limitato e che non è stato in grado di mantenere degli FPS stabili in parecchi momenti dell'avventura.
In più l'ho anche portato su Twitch e anche li ho avuto diversi screzi causati da vari problemi di connessione e di progressione.
Giocare ad un titolo, che fa della narrazione il suo cavallo di battaglia, a distanza di tempo è davvero pesante, specialmente se lo si gioca per sole due ore a settimana.
In più l'ho anche portato su Twitch e anche li ho avuto diversi screzi causati da vari problemi di connessione e di progressione.
Giocare ad un titolo, che fa della narrazione il suo cavallo di battaglia, a distanza di tempo è davvero pesante, specialmente se lo si gioca per sole due ore a settimana.
Detto questo State of Mind è una bellissima critica sociale nei confronti di un mondo che si sta sempre più circondando dalla tecnologia, dalla più spicciola, sino agli androidi che si instaurano nella vita degli uomini e che svolgono ruoli importanti come l'educazione e la tutela dei figli.
Tralasciando quest'ambiente in perfetto stile Cyberpunk (che personalmente adoro in ogni sua forma), la trama vera e propria riguardano le vicende di Richard Nolan e di come si sia risvegliato a seguito di un incidente stradale dove erano coinvolti anche la moglie Tracy ed il figlio James.
Ovviamente Richard ha dei vuoti di memoria e sarà compito del giocatore, investigare (con un gameplay che mi ha ricordato tantissimo quello delle avventure grafiche moderne alla Life Is Strange) quanto accadrà d'ora in avanti.
Si parlerà di corporazioni che stanno lavorando ad un mondo in Realtà Aumentata o ancora di attivisti contro ogni forma di progresso di manipolazione da parte della tecnologia.
Insomma, sono temi abbastanza interessanti che gettano le basi su una storia particolarmente convincente e molto ben curata.
Piccola pecca il fatto che ho detestato le fasi finali per via di enigmi abbastanza rognosi e fatti per prolungare ulteriormente il gioco.
In una parola - Transumanesimo.
Tralasciando quest'ambiente in perfetto stile Cyberpunk (che personalmente adoro in ogni sua forma), la trama vera e propria riguardano le vicende di Richard Nolan e di come si sia risvegliato a seguito di un incidente stradale dove erano coinvolti anche la moglie Tracy ed il figlio James.
Ovviamente Richard ha dei vuoti di memoria e sarà compito del giocatore, investigare (con un gameplay che mi ha ricordato tantissimo quello delle avventure grafiche moderne alla Life Is Strange) quanto accadrà d'ora in avanti.
Si parlerà di corporazioni che stanno lavorando ad un mondo in Realtà Aumentata o ancora di attivisti contro ogni forma di progresso di manipolazione da parte della tecnologia.
Insomma, sono temi abbastanza interessanti che gettano le basi su una storia particolarmente convincente e molto ben curata.
Piccola pecca il fatto che ho detestato le fasi finali per via di enigmi abbastanza rognosi e fatti per prolungare ulteriormente il gioco.
In una parola - Transumanesimo.
Prima di parlare del gioco che si è guadagnato il premio del gioco del mese, faccio una piccola deviazione su un titolo che ho già giocato e finito al 100% parecchi anni fa.
Sto parlando di Red Dead Redemption e di come a distanza di quasi 10 anni faccia impressione per il come non sia invecchiato di una virgola.
Ho voluto ricominciare le avventure di John Marston alla ricerca della Redenzione, proprio perché il prossimo mese inizierò Red Dead Redemption 2 e volevo ripassare un po' in vista di questo imminente evento.
C'è ben poco da dire.
Questo è forse il titolo Rockstar che mi ha colpito di più nella scorsa generazione.
Ho amato cavalcare per le terre selvagge o assistere ad eventi casuali, partecipare alle sparatorie, ai duelli o alle partite di Poker.
Insomma, tutta una serie di piccolezze che arricchiscono l'esperienza, con un comparto tecnico davvero all'avanguardia.
La storia la sto riscoprendo volentieri ed ammetto che rigiocare un gioco spesso e volentieri, più che una perdita di tempo, arricchisce l'esperienza evidenziando alcuni dettagli o mettendo i puntini sulle i per parecchi elementi che tralasciamo rispetto la prima run.
Finalmente ci siamo.
Dopo quasi otto anni, sono riuscito a portare a termine Final Fantasy VI, un gioco che ho adorato e che a conti fatti rappresenta il Final Fantasy più maturo e completo sotto ogni punto di vista rispetto ai suoi predecessori.
Iniziai questo progetto con l'intento di giocare ogni Final Fantasy uscito, partendo dal primo fino ad arrivare all'ormai quindicesimo capitolo della serie.
Arrivato a Final Fantasy VI dopo la brutta esperienza con il V cominciavo a perdere le speranze ed a scocciarmi molto facilmente.
Per chi mi conosce, lo sa molto bene, non sono un grande amante dei giochi a turni e degli scontri casuali.
Sto parlando di Red Dead Redemption e di come a distanza di quasi 10 anni faccia impressione per il come non sia invecchiato di una virgola.
Ho voluto ricominciare le avventure di John Marston alla ricerca della Redenzione, proprio perché il prossimo mese inizierò Red Dead Redemption 2 e volevo ripassare un po' in vista di questo imminente evento.
C'è ben poco da dire.
Questo è forse il titolo Rockstar che mi ha colpito di più nella scorsa generazione.
Ho amato cavalcare per le terre selvagge o assistere ad eventi casuali, partecipare alle sparatorie, ai duelli o alle partite di Poker.
Insomma, tutta una serie di piccolezze che arricchiscono l'esperienza, con un comparto tecnico davvero all'avanguardia.
La storia la sto riscoprendo volentieri ed ammetto che rigiocare un gioco spesso e volentieri, più che una perdita di tempo, arricchisce l'esperienza evidenziando alcuni dettagli o mettendo i puntini sulle i per parecchi elementi che tralasciamo rispetto la prima run.
Finalmente ci siamo.
Dopo quasi otto anni, sono riuscito a portare a termine Final Fantasy VI, un gioco che ho adorato e che a conti fatti rappresenta il Final Fantasy più maturo e completo sotto ogni punto di vista rispetto ai suoi predecessori.
Iniziai questo progetto con l'intento di giocare ogni Final Fantasy uscito, partendo dal primo fino ad arrivare all'ormai quindicesimo capitolo della serie.
Arrivato a Final Fantasy VI dopo la brutta esperienza con il V cominciavo a perdere le speranze ed a scocciarmi molto facilmente.
Per chi mi conosce, lo sa molto bene, non sono un grande amante dei giochi a turni e degli scontri casuali.
E partendo proprio dai "difetti" di questo sesto capitolo della serie, ammetto che gli scontri casuali sono una miriade e la frequenza con la quale si verificano è al dir poco scandalosa.
Sicuramente verrò detestato dalla community dei FF, ma apprezzo di più quando ci sono dialoghi e sequenze narrative, rispetto a quando si combatte o si tende a livellare un personaggio al massimo con tutte le caratteristiche, il così detto farming.
Assistere alla schermata conclusiva mi ha fatto commuovere moltissimo, perché dopo tutto questo tempo, dopo averlo preso ed interrotto chissà quante volte, sono riuscito ad iniziare un'opera che andrebbe presa nuovamente in considerazione da Square per relativi Remake.
Sento sulla bocca di tutti Final Fantasy VII ma sono in pochi a valorizzare il VI ed onestamente non capisco perché.
Ci sono tantissimi aspetti di cui vorrei parlarvi ma sento proprio che mi toccherà fare un bel video con le mie considerazioni al riguardo.
La trama è tra le cose più interessanti ed allo stesso tempo scontate che ci siano in un Final Fantasy, ma il modo in cui abbiamo arricchito di molto il concetto di bene e male con la magilite ed i Magitek che altro non sono che un prodotto dell'uomo che sfrutta le risorse magiche per attingerne il pieno potere, l'ho trovato molto attuale anche in relazione a quelle che sono state le guerre per il potere e per il predominio delle risorse.
Gli spunti di riflessione sono tanti, anche perché sono tantissimi i personaggi che compongono il quadro narrativo.
Ogni personaggio ha un suo Background ed una propria natura, non vi sarà un personaggio omologato ad un altro.
Gli spunti di riflessione sono tanti, anche perché sono tantissimi i personaggi che compongono il quadro narrativo.
Ogni personaggio ha un suo Background ed una propria natura, non vi sarà un personaggio omologato ad un altro.
Anche per quanto riguarda il gameplay, ogni PG ha le proprie abilità ed assistere ad una così amplia e variegata scelta di combinazioni e di approccio allo stile di combattimento da effettuare di volta in volta, rende questo titolo tra i più longevi della serie.
In più viene introdotta la meccanica degli Esper, che trovermo nei titoli a venire e che consiste nel far apprendere ad un personaggio determinate magie a seconda della creatura equipaggiata.
Accantonando i tecnicismi, ci sono stati diversi momenti che mi hanno fatto provare un brivido di genuina emozione, come la parte del teatro o la disfatta del castello di Doma o ancora i flashback aventi a che fare con Terra, la protagonista del gioco che avrà un ruolo fondamentale per poter contrastare la follia di uno tra i villain meglio riusciti dei videogiochi appartenenti a quella generazione.
Sto parlando di Kefka e della sua sete di potere nel voler assoggettare l'umanità, portandola all'estinzione.
Final Fantasy VI è speciale e avevo l'obbligo morale di inserirlo tra i giochi del mese.
In più viene introdotta la meccanica degli Esper, che trovermo nei titoli a venire e che consiste nel far apprendere ad un personaggio determinate magie a seconda della creatura equipaggiata.
Accantonando i tecnicismi, ci sono stati diversi momenti che mi hanno fatto provare un brivido di genuina emozione, come la parte del teatro o la disfatta del castello di Doma o ancora i flashback aventi a che fare con Terra, la protagonista del gioco che avrà un ruolo fondamentale per poter contrastare la follia di uno tra i villain meglio riusciti dei videogiochi appartenenti a quella generazione.
Sto parlando di Kefka e della sua sete di potere nel voler assoggettare l'umanità, portandola all'estinzione.
Final Fantasy VI è speciale e avevo l'obbligo morale di inserirlo tra i giochi del mese.
Spero davvero che questo speciale vi sia piaciuto, ho voluto scrivere più del solito proprio perché i titoli che ho affrontato sono pochi ma tutti molto validi ed interessanti.
Chiaramente dedicherò il mese di Giugno a pubblicazioni un po' più serie e ricercate nel canale Youtube, quindi se non siete ancora iscritti e siete curiosi di sapere come tratterò questi titoli vi consiglio caldamente di supportarmi con un semplice click.
Detto questo, ci rivediamo ad un prossimo articolo.
Enjoy, Glitch!
Chiaramente dedicherò il mese di Giugno a pubblicazioni un po' più serie e ricercate nel canale Youtube, quindi se non siete ancora iscritti e siete curiosi di sapere come tratterò questi titoli vi consiglio caldamente di supportarmi con un semplice click.
Detto questo, ci rivediamo ad un prossimo articolo.
Enjoy, Glitch!